La China Clementi nasce a Fivizzano in Lunigiana in provincia di Massa Carrara nel 1884 quando il Dott. Giuseppe Clementi ne crea la ricetta nel laboratorio della sua farmacia.
Il Dottore, un farmacista ed un esperto botanico proprio lì realizzò questo amaro unico, composto principalmente da due varietà di China tropicale tipiche delle foreste andine, soprattutto di Perù e Bolivia.
Gli ingredienti di oggi sono gli stessi del misterioso Elixir di China di allora, o almeno quelli che si conoscono perché la ricetta è segreta!
Gli elementi principali sono due specifiche varietà di China rossa, tra le più pregiate: la Cinchona Calisaya e la più rara Cinchona Succirubra.
Infine, vengono aggiunte scorze di arancia amara, erbe aromatiche, zucchero, alcool, qualche segreto…Et voilà, l’antico Elixir è pronto!
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Le sue origini
Il nome deriva dal termine inca kinia, che significa corteccia, la parte della pianta che contiene i principi attivi e con la quale si producono liquori.
La Cinchona officinalis, introdotto da Linneo come nome scientifico, invece, si dice, abbia avuto origine nel 1630 dalla Contessa di Chinchón, Ana de Osorio, moglie del Viceré del Perù, in occasione della sua guarigione da una brutta febbre malarica.
La leggenda narra che gli abitanti del luogo avessero capito che bevendo l’acqua rossastra di un piccolo lago delle Ande si potesse combattere la febbre e avessero aiutato la Contessa.
Quell’ acqua era rossa proprio per la corteccia dell’albero della China con cui era stata in contatto e così in questo periodo si realizzarono i primi medicamenti con la cosiddetta Cinchona officinalis.
Per gratitudine, infatti, la Contessa spagnola fece in modo che si diffondesse la notizia per tutta Lima e raggiungesse presto l’Europa.
Questa fantasiosa storia è stata smentita a inizio Novecento e ad oggi viene considerata più verosimile la versione secondo la quale le proprietà di queste piante fossero già note alle popolazioni autoctone americane (gli Incas in particolare) e a farle conoscere in Europa sia stato il gesuita Bernabè Cobo.
La “droga” che si estraeva da queste piante veniva, infatti, chiamata anche polvere dei Gesuiti.
Come molti altri storici liquori e amari, anche la china è stata annoverata tra le erbe officinali ed impiegata come medicamento.
La chinina o chinino, estratta dalla corteccia dell’albero della china, in particolare è stata a lungo usata come anti-malarico naturale per le sue proprietà antifebbrili e antidolorifiche.
Successivamente all’introduzione di più moderne cure contro la malaria ne è stato abbandonato l’uso, anche per la sua elevata tossicità.
Nell’Ottocento la china si affermò come bevanda digestiva e taumaturgica ed è stata a lungo utilizzata per molti disturbi o come ricostituente.
La China Clementi oggi: un’eccellenza italiana
La China Clementi, antico Elixir terapeutico, diventa così l’aperitivo o il digestivo che conosciamo e apprezziamo oggi.
Si scoprì, infatti, anche un uso piacevole della china e prese vita il noto liquore aromatizzato.
La misteriosa ricetta lunigianese è nata a fine Ottocento nella bottega del Dottor Clementi in una Fivizzano piena di vita e di cultura.
L’Antica Farmacia Clementi ha visto nascere l’antico Elixir di China e la famiglia omonima ne ha continuato fino ad oggi la produzione.
I locali della farmacia, anche se tuttora visitabili e sempre ricchi di meraviglia, non sono più adatti alla produzione poiché distrutti dapprima dal terremoto del 1920 e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale poi.
Oggi la produzione di China Clementi avviene nell’attuale opificio, nato da una vecchia centrale idroelettrica dell’Enel, ma non ha perso la ricchezza della sua storia.
Per un periodo è stato citato anche come elisir di giovinezza, grazie alle parole di ringraziamento di Indro Montanelli per essere ringiovanito di vent’anni con la China Clementi!
La ricetta è rimasta la stessa e immutati sono la ricerca per le materie prime di qualità, il rispetto della tradizione e, non ultimo, il suo incredibile fascino.
La preparazione della china non è affatto semplice, richiede diverse fasi, vari macchinari e tempo.
Una volta finita, viene fatta invecchiare in botti per 2 anni seguendo il metodo Soleras, il famoso metodo spagnolo che consiste nell’utilizzo di botti (criaderas o soleras, per l’appunto), disposte su più file e riempite a partire da quelle più in alto a scendere, con alternanza tra prodotto vecchio e nuovo in modo che assuma tante sfumature.
Il gusto della china è inconfondibile, in principio potrebbe sembrare molto zuccherina, ma subito arriva il sentore leggermente amaro, con note erbacee e il richiamo dell’arancia.
Il tono alcolico di 33° la rende perfetta come amaro digestivo e incredibile da utilizzare come bitter in aperitivi o cocktail.
Il più famoso è senza dubbio il Vesper Martini rivisitato con la China Clementi, il cocktail pre-dinner reso famoso dal mitico James Bond negli anni 50 del secolo scorso.
Per fare un viaggio nel tempo ed essere catapultati in affascinanti atmosfere del passato non ci resta che bere un bicchiere di questo gioiello della Lunigiana, antico Elisir di lunga vita!
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