Treschietto e la sua Tradizione Culinaria in Lunigiana:
Treschietto è un piccolo borgo che domina la Valle del Bagnone ed ha origini antichissime, i suoi primi abitanti furono infatti i Liguri Apuani. Ciò che caratterizza il borgo: il Castello di Treschietto, commissionato da Giovanni Malaspina e costruito su un’altura, e la Torre annessa. Oggi di tali costruzioni difensive restano soltanto le rovine a testimonianza di un passato cupo e tumultuoso.
Un altro elemento importante che caratterizza questo territorio è la Statua Stele femminile rinvenuta nel 1969 proprio nel cimitero del borgo, detta la “Venere di Pietra”, oggi conservata nel Museo del Piagnaro di Pontremoli.
Ben due leggende animano le vite tranquille, circondate dal fitto bosco, degli abitanti di Treschietto: la prima racconta le gesta oltraggiose e crudeli del marchese Giovan Gasparro Malaspina, residente nel Castello di Treschietto, nei confronti dei suoi sudditi e di come oggi le cipolle coltivate nei campi attorno ai ruderi del Castello intrappolino per l’eternità, dentro le rovine stesse della sua dimora, l’anima nera del marchese. La seconda leggenda parla di un presunto tesoro, un vitellino d’oro, nascosto nei sotterranei del Castello, mai rinvenuto. Si narra che nel corso dei secoli gli abitanti abbiano smantellato invano parti del Castello, frugando nei meandri più nascosti, alla ricerca di questo oggetto raro.
Per quanto riguarda Treschietto e la sua tradizione culinaria, molte ricette antiche ed originali sono state tramandate di madre in figlia per generazioni e sono oggi il miglior biglietto da visita del borgo.
La cipolla e la castagna sono i simboli dell’economia del territorio ed hanno sostenuto per secoli queste popolazioni di crinale della Lunigiana. Accanto alle castagne e alle cipolle, i funghi meritano un posto di rilievo tra i prodotti autentici di Treschietto e la sua tradizione culinaria, una terra ricca sia della varietà porcino, detto “servo”, che di altre varietà pregiate.
La rinomata cipolla autoctona, di colore rosso rubino all’esterno e bianco con striature rosate all’interno, di forma piccola e tondeggiante, è conosciuta proprio con l’appellativo di “Cipolla di Treschietto”. Coltivata esclusivamente nelle valli ai piedi del Castello Malaspina e raccolta rigorosamente a mano, è ricca di acqua ed ha un sapore dolciastro, ideale per essere mangiata sia cruda, tagliata finemente, che cotta, accompagnando le più svariate pietanze.
L’isolamento del borgo nei secoli, ma soprattutto l’opera di protezione e tutela del seme da parte dei contadini locali è stata determinante nel preservare intatta la purezza di questa varietà che arriva oggi sulle nostre tavole invitante e gustosa come nel Medioevo.
La Sagra della Cipolla di Treschietto è in scena dal 1° al 12 maggio, un evento organizzato proprio per valorizzare questo prodotto speciale. Le vere protagoniste della Sagra sono infatti la famosa torta di cipolle, la ghiotta cipollata e la tradizionale borbotta. Nei numerosi stand è possibile inoltre acquistare svariati prodotti tipici locali.
La Sagra del Fungo Porcino e della Castagna si rinnova ogni anno nel borgo di Treschietto, in scena dal primo al 9 ottobre. L’evento, allestito nel sagrato della Chiesa di San Giovanni Battista, ospita numerosi stand, coperti e riscaldati, di gastronomia locale. Tra le ricche specialità spiccano le tagliatelle ai funghi, i funghi fritti, la polenta con i funghi, le lasagne bastarde e le frittelle di farina di castagne.
Il popolare essiccatoio chiamato “metato” è tuttora utilizzato dai contadini veraci per la lavorazione delle castagne: una griglia è posta sopra il fuoco alimentato rigorosamente dal legno di castagno e, una volta pronte, le castagne vengono fatte scivolare all’esterno attraverso dei tubi corti di acciaio per finire in una macchina che sguscia i frutti lasciandoli integri. Tale metodo antico di essicazione viene inoltre descritto con cura a gruppi di studenti durante le visite didattiche del borgo.
Treschietto propone infine numerose prelibatezze tra le quali: i testaroli, il castagnaccio, la torta d’erbi, i tortelli alla bagnonese, la patona e i panigacci.